" Nella notte tra il 27 e il 28 febbraio, Confindustria, Cgil, Cisl e Uil hanno firmato un accordo intitolato 'Contenuti e indirizzi delle relazioni industriali e della contrattazione collettiva'. Si tratta di un risultato molto rilevante e non scontato, frutto di oltre due anni di confronto. L’obiettivo dichiarato del testo è 'contribuire alla crescita del paese, al miglioramento della competitività delle imprese, all’occupabilità dei lavoratori, alla creazione di posti di lavoro qualificati'. Ancora, che è 'importante lavorare insieme per consolidare lo sviluppo del sistema economico e sociale' e far crescere la produttività così come i salari". Lo dichiara Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera.
"Quindi - prosegue - l’accordo in sé ha un significato molto importante per la politica di questo Paese. Perché le parti sociali tornano a riprendersi la propria autonomia. È l’affermazione che la contrattazione deve essere di qualità e che eventuali nuovi Governi, se dovessero fare leggi sul reddito di cittadinanza, sul salario minimo generalizzato e via enumerando, togliendo alle parti sociali potere sulle proprie competenze, danneggerebbero il Paese, l’Impresa e il Lavoro".
"Confindustria e Cgil, Cisl e Uil confermano - spiega Damiano - i due livelli di contrattazione, indicano i criteri di calcolo validi per gli strumenti salariali e introducono il Trattamento economico complessivo e il Trattamento economico minimo: una sfida che ha come obiettivo l’impresa e il lavoro di qualità".
"Questo è anche un accordo che apre la strada alla verifica della rappresentatività delle Associazioni degli imprenditori e di quelle dei lavoratori: questo serve a chiudere la stagione dei contratti pirata, sottoscritti da sindacati dal peso non certificato. Un colpo, dunque, al dumping salariale e sociale.
Tutti questi argomenti rappresentano le battaglie nelle quali sono impegnato da tempo", conclude.