“In queste ore siamo tutti concentrati sul negoziato in vista del Consiglio europeo del prossimo 23 aprile. L'obiettivo è anzitutto approvare ufficialmente le tre misure già definite dall'Eurogruppo, ossia 100 miliardi del programma Sure contro la disoccupazione, 200 miliardi di liquidità per le imprese grazie alla garanzia Bei e circa 240 miliardi di risorse legate a una nuova linea di credito del Mes da utilizzare per spese e investimenti sanitari senza alcun vincolo o condizionalità. Ma la sfida più importante è quella legata all'adozione del c.d. Recovery Fund, ossia uno strumento volto a finanziare il rilancio socio economico dell'intera Unione, attraverso risorse da individuare nel futuro bilancio pluriennale e soprattutto negli oramai tanto dibattuti Eurobond. Non si tratta, come detto al riguardo, di provare a mutualizzare i debiti pubblici nazionali, ma di condividere al contrario le responsabilità dei futuri progetti e programmi di sviluppo e rilancio del nostro continente. Dopo questo vertice, auspichiamo però che il dibattito politico interno, sulla scelta delle misure più opportune da attivare e delle risorse più efficaci da utilizzare, sia privo di retaggi ideologici o dogmatici e si concentri solo sul contenuto reale degli strumenti europei migliori a disposizione del Paese. Sarebbe paradossale aver lottato per misure straordinarie, non convenzionali, e poi non tenerne conto in modo aprioristico una volta ottenuta la loro approvazione in Europa grazie al lavoro negoziale proprio del Governo italiano. Mi riferisco soprattutto al Mes e ai 36 miliardi di euro circa potenzialmente utilizzabili dal nostro Paese per il supporto al sistema sanitario”.
Così Piero De Luca, capogruppo dem in commissione Politiche europee alla Camera.
“Non cadiamo nella tentazione di difendere posizioni pregiudiziali o di principio - aggiunge il deputato del Pd - per immaginare di salvare semmai una ipotetica forma che non esiste più e non corrisponde alla sostanza dei mezzi previsti, mettendo semmai a rischio la possibilità di avere con certezza, nell'immediato, e senza limitazioni alcune della nostra sovranità economica e politica, miliardi di euro da destinare all'emergenza, agli operatori sanitari, alle famiglie e poi alla ricostruzione delle nostre comunità. Invitiamo dunque tutte le forze politiche - conclude Piero De Luca - a valutare in modo laico, con serenità, dopo il Consiglio europeo, quali sono davvero gli strumenti più utili ed efficaci in campo e quali le opportunità migliori per aiutare l'Italia, non per sostenere la propaganda”.