“Solo 3 persone su 5 nel mondo hanno servizi di base per lavarsi le mani. Il 40% della popolazione mondiale, ovvero 3 miliardi di persone, non dispone in casa di servizi per il lavaggio delle mani con acqua e sapone, denuncia il presidente di Unicef Italia. Il lavaggio delle mani con acqua e sapone è una delle misure più importanti per contrastare in questo momento l’epidemia di coronavirus, ma è la migliore tutela della salute in generale. Consentire a tutta la popolazione di poter avere accesso all’acqua è in questo momento un intervento di sanità pubblica indispensabile. È necessario quindi garantire a tutte le persone in difficoltà che vivono in strutture di fortuna e alle comunità che vivono in insediamenti informali l’allaccio alla rete idrica. La proposta che avanzano la rete a difesa delle fonti e del diritto umano all’acqua, Kethane e Unicef, è l’abrogazione con decretazione d’urgenza di due norme discriminatorie: l’articolo 5 del decreto legge n. 47 del 28 marzo 2014, convertito con modificazioni dalla legge n. 80 del 23 maggio 2914 e l’articolo 48 del dpr 380 del 2001. L’acqua è un presidio sanitario e negarne l’accesso costituisce una violazione dell’articolo 32 della nostra Costituzione. Nel 2010, l'Onu ha riconosciuto ‘il diritto all'acqua potabile e alle strutture igienico-sanitarie pulite e sicure come un diritto umano, essenziale per il pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani’. In questo momento non consentire alle persone e alle comunità più vulnerabili compresi i bambini, l’accesso all’acqua vuol dire esporre loro stessi e tutta la popolazione al rischio di contrarre l’infezione da coronavirus”.
Così i deputati dem Paolo Siani, Antonio Viscomi, Marco Lacarra e Ubaldo Pagano.