“C’è una grande preoccupazione, legata al rischio di contagio da coronavirus, che accomuna tutti i detenuti e tutti gli operatori negli istituti di pena. Anche perché le carceri sono luoghi inidonei a garantire di per sé la sicurezza rispetto al coronavirus in quanto luoghi chiusi nei quali la distanza di sicurezza non può purtroppo essere garantita. Quindi c’è una preoccupazione che è del tutto legittima. Nel decreto Cura Italia sono state disposte misure che dovrebbero servire a scongiurare il rischio di epidemia, però vorremmo sapere, ministro Bonafede, se sono sufficienti e come si intendono attuare affinché diano risultati immediati”.
Lo dichiara Alfredo Bazoli, capogruppo Pd in commissione Giustizia, intervenendo in Aula per il Question time.
Nella replica Walter Verini, responsabile Giustizia Pd, evidenzia come “bisogna accelerare, fare presto. Nelle carceri ci sono quasi 10mila detenuti più della capienza. Una bomba sanitaria. Non è solo la necessità di rispettare la Costituzione che prevede di pene certe ma umane, e su questo diciamo grazie al Presidente Mattarella per le parole dette in tal senso proprio l’altro ieri, ma sono in gioco anche la salute e la vita di chi sta in carcere e di chi lavora in carcere. Si brucino, dunque, le tappe per avere i braccialetti elettronici. Ma si faccia in modo in sede di conversione del decreto che gli autori di gravi reati restino in carcere ma quelli con buona condotta, o a cui mancano pochi mesi, o che già escono per lavorare, restino comunque ai domiciliari. E poi basta a chi vuole spaventare la gente sparlando di svuota carceri, non è così. Inoltre, avanti con più telefonate e più collegamenti skype dei detenuti con le loro famiglie, meno tensione significa maggiore sicurezza. E’ il tempo di accelerare, di lavorare, di non fare polemiche, in questo momento non chiediamo dimissioni però ci permettiamo un suggerimento: rafforzi il vertice del Dap, ce n’è bisogno, e si ricopra quel ruolo di vicedirettore che manca da tempo”.