Cybersecurity: Borghi (Pd), P. Chigi crei percorso condiviso per riforma, Ue si doti di sovranità digitale
“Sulla sicurezza cibernetica non siamo all’anno zero. La creazione del ‘Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica’ con il decreto 105 del settembre 2019, per inciso, uno dei primi atti dopo il nostro ritorno al governo, ha consentito di innalzare la resilienza delle reti, dei sistemi informativi e informatici degli attori nazionali – pubblici o privati che siano - che esercitano una funzione essenziale per lo Stato. In conseguenza di ciò, si è iniziata a strutturare in Italia una attività di prevenzione, preparazione e gestione degli eventi cyber, dando forza a strutture di rilievo come ad esempio il Computer Security Incident Response Team (CSIRT) presso il DIS, chiamato a dare attuazione a quanto prevede la direttiva NIS in materia di sicurezza delle reti e dei sistemi informativi dell’UE”. Ad affermarlo è il deputato dem Enrico Borghi, membro del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, in un’intervista a ‘Geopolitica.info’.
“Le attività che Aisi e Aise compiono nel campo - aggiunge - sono di indubbia qualità. Certo, occorre avere a mente che bisogna strutturarsi sempre più in questa direzione, sia sotto il profilo della competenza delle amministrazioni centrali sia sotto la quello della strutturazione di tutte le articolazioni della pubblica amministrazione, anche quelle più periferiche ma nondimeno strategiche. Occorre pertanto proseguire e intensificare il lavoro”.
A suo dire “non siamo contro la cyber-security” ma “se Palazzo Chigi ritiene che la cyber sia una questione importante, che si lega direttamente con il tema della sicurezza nazionale, la avochi a sé politicamente e crei le condizioni per una condivisione del percorso. Senza fughe in avanti, senza pasticci, senza confusioni. Rispettando pienamente le prerogative del Copasir e creando le condizioni per una larghissima condivisione del percorso, sia all’interno della maggioranza che nei confronti di tutto l’arco parlamentare”.
Sulla riforma dei servizi italiani sostiene che “l’Intelligence è al servizio della Repubblica, e come tale deve essere riformata ricercando le massime ragioni del consenso tra tutte le forze politiche”. E sul tema di acquisizione da parte di soggetti stranieri di campioni nazionali, conclude che “è fondamentale che come europei ci dotiamo della nostra sovranità digitale. Bisogna essere consapevoli che siamo dentro un processo mondiale di trasformazione. E riprendendo Gramsci, quando il vecchio mondo muore e quello nuovo tarda a comparire, nel chiaroscuro si nascondono i mostri”.