“Questo provvedimento è il compimento di un processo di definizione e di ricomposizione di funzioni e compiti attinenti al settore della Cybersicurezza che domani verranno attribuiti ad un'unica agenzia alle dirette dipendenze del capo del governo. Questo è un risultato importante, anche se tardivo rispetto ad altri Paesi che hanno le dimensioni e il rango del nostro. Le tecnologie digitali hanno già cambiato e stanno continuando a cambiare la nostra vita, la nostra quotidianità, ed è per questo che la minaccia cyber è uno dei principali rischi per la sicurezza nazionale”. Così in dichiarazione di voto al Dl in materia di Cybersicurezza il deputato dem Alberto Pagani capogruppo Pd in commissione Difesa.
“È per questa ragione che la stessa NATO – ha proseguito l’esponente Pd - prevede la possibilità di appellarsi e di attivare l'articolo 5, che è quello che comporta la difesa collettiva a fronte di un attacco cyber e parla di guerra cyber, che spesso è sempre più intrecciata a una guerra economica nella quale è più difficile distinguere chi è amico e chi non lo è, chi è dalla tua parte e chi sta dalla parte avversa; minacciato è il know how, sono i segreti industriali, i dati dei cittadini e i dati delle imprese”.
“La deterrenza – ha concluso Pagani annunciando il voto favorevole del Partito Democratico - in questo campo avrà nel futuro la stessa funzione e la stessa importanza che aveva la deterrenza nucleare nel secolo scorso, nei tempi della guerra fredda. Attrezzarsi in questo campo vuol dire garantire il rango del Paese. Poi, bisogna riflettere sulla connettività, cioè sul controllo delle rotte dei dati che sono oggi e domani potere geopolitico. Perché la proprietà delle cosiddette backbone, cioè della struttura basilare delle reti, deve rimanere sotto un controllo pubblico, diretto e indiretto; bisogna fare attenzione a quelli che sono i landing point, cioè i punti di atterraggio dei cavi sottomarini, in particolare quelli afferenti ai consorzi a cui partecipa Telecom Italia Sparkle”.