“È positivo che il Governo dichiari di voler far fronte all’emergenza fauna selvatica. Dopo le dichiarazioni, però, sarebbe il caso di iniziare a spiegare i contenuti delle misure che si intendono mettere in campo”. Lo afferma Susanna Cenni, vice-presidente della Commissione Agricoltura della Camera, commendando la risposta alla sua interrogazione da parte della sottosegretaria Alessandra Pesce.
“Nella mia interrogazione – continua – anche alla luce dei recenti gravi incidenti stradali provocati dai cinghiali, chiedevo al Governo se intendesse prendere, insieme alle Regioni, misure concrete e straordinarie per contrastare il fenomeno. Sempre su questa linea di urgenza ho chiesto all’esecutivo di entrare nel merito rispetto all’annuncio di misure concertate con le Regioni e alle modifiche alla legge 157 del 1992 per gestire la fauna selvatica. Proprio i danni della fauna selvatica, e in particolare dei cinghiali, sono un tema drammatico che tocca l’agricoltura, la sicurezza stradale, l’ambiente. Le associazioni di categoria li hanno stimati, dal punto di vista economico, in 300 milioni all’anno, senza contare le numerose vittime che si registrano periodicamente sulle strade. Ringrazio la sottosegretaria per le dichiarazioni di buona volontà, ma è necessario passare dalle parole ai fatti. Non basta parlare di misure concertate con le Regioni o di modifiche normative o di piano cinghiali. La cornice teorica va riempita di concretezza, con misure applicabili al più presto. Anche perché al momento i costi continuano a gravare sulle spalle del mondo agricolo. E non si può neanche passare la palla alle sole Regioni, le quali, spesso e volentieri, sono fermate degli interventi nell’attuazione da ISPRA, ente che fa riferimento al governo”.
“Attendiamo di conoscere i contenuti dei provvedimenti notificati a Bruxelles cercando di capire se il Governo dopo un anno dal suo insediamento continua ad essere fermo su un tema intorno al quale, invece, occorrerebbe intervenire con la massima urgenza”, conclude.