“Ci dichiariamo molto insoddisfatti per la risposta e sconcertati perché Di Maio non ha nemmeno il coraggio di prendersi le proprie responsabilità davanti al Parlamento. Il padre di Di Maio non c’entra niente. C’entra invece in tutte queste vicende il ministro, Di Maio, che non ha chiarito alcune circostanze importanti”. Lo ha dichiarato Alessia Morani, della presidenza del gruppo Pd alla Camera, nel corso del question time.
“Nel 2012 – ha ricordato - Luigi Di Maio fonda con la sorella la Ardima, che Inizia però a funzionare nel 2014, quando Di Maio è già vice-presidente della Camera. Nel 2013 la madre di Di Maio dona la propria azienda al figlio, che subentra a tutti i rapporti attivi e passivi, comprese le cause di lavoro. Cause per lavoro nero con accantonamenti societari appositi. Per questo Luigi Di Maio, proprietario al 50% della srl Ardima non poteva non sapere. Inoltre risultano debiti del padre di Di Maio con Equitalia per 176mila euro. E il ministro non ha ancora chiarito se ha fatto attraverso queste operazioni societarie da prestanome al padre per eludere il fisco. Tra l’altro – a proposito di conflitti di interesse – il padre di Di Maio beneficerà anche del saldo e stralcio delle cartelle di Equitalia che il governo di Di Maio figlio ha messo in campo. Nel 2013 M5S chiese le dimissioni di un ministro perché il marito aveva commesso un piccolo abuso edilizio. Nel caso dei Di Maio siamo di fronte ad abusi edilizi enormi. Due piani della casa di Luigi Di Maio erano abusivi, come abusivi sono fabbricati di Mariglianella. C’è poi la questione del lavoro nero, rispetto a cui sono in corso delle cause. E anche dell’elusione fiscale”.
“Se Di Maio avesse un minimo di dignità, si sarebbe già dimesso”, ha concluso.