“Il ministro Giuli parli, dica che Daoud è benvenuto. Dal governo nessuna risposta e nessun atteggiamento garante dei diritti della libertà di opinione. Se fossi in Kamel Daoud, scrittore e giornalista franco-algerino, non mi sentirei sicuro a venire in Italia senza almeno la certezza di una dichiarazione politica del ministro Giuli che dica che lui è benvenuto perché l’Italia non persegue chi fa reati di opinione. L'intellettuale Daoud è atteso nel nostro Paese per partecipare a eventi culturali legati alla presentazione del suo ultimo romanzo. Sull'autore pendono due mandati di arresto internazionali emessi dall'Algeria, relativi a presunte violazioni e un'accusa di utilizzo non autorizzato della storia personale di una donna algerina nel suo romanzo. Si parla di reati d'opinione, reati che non esistono, o meglio, non dovrebbero esistere in Italia”. Lo dice la deputata Pd, Lia Quartapelle presentando un'interpellanza urgente al governo affinché lo scrittore possa partecipare liberamente agli eventi culturali previsti, senza il timore di essere arrestato o estradato.
“In Italia – si auspica l'esponente dem - ben vengano le voci controverse e i pensieri eclettici che stimolino la discussione e il confronto sociale. Purtroppo questo governo si nasconde e non dice se sul territorio nazionale è garantita la libertà di pensiero per tutti. Guarda solo i propri interessi che si declinano con slogan o titoli ingannevoli come il Piano Mattei. Un'altra occasione persa senza un valido motivo.”, conclude Quartapelle.