“Se l’ipotesi di un addio alla mini-Ires venisse confermata, saremmo davanti all’ennesima scelta in cui l’incompetenza si traduce in autolesionismo: di fatto parliamo infatti di un aumento dell’imposizione fiscale”. Lo dichiara Massimo Ungaro, componente Pd in Commissione Finanze alla Camera, a proposito delle bozze del Dl Crescita.
“Sostituire – spiega – lo sconto dal 24% al 15% con un taglio al 22,5%, poi ridotto con progressivo decalage fino al 20% nel 2022 significa aumentare la pressione fiscale sulle aziende, che vedranno per altro ridotte le possibilità di investimenti in beni strumentali e assunzioni. In altre parole, il governo pone da solo un nuovo ostacolo sul già difficile cammino verso la crescita”.
“Considerata questa nuova sciagurata decisione, sarebbe forse il caso di cambiare il nome del provvedimento da Dl Crescita a Dl Anticrescita”, conclude.