“Dal dibattito sul Decreto Di Maio in corso alla Camera, sono emersi interventi che dimostrano una profonda ignoranza delle logiche alla base del corretto funzionamento del sistema imprenditoriale e dei rapporti di lavoro che ne costituiscono complemento essenziale. Non si possono mettere le nostre imprese di fronte a norme che generano incertezza, come fa il decreto dignità. Non si può neppure confondere la delocalizzazione con una vera strategia di internazionalizzazione, per cui le aziende affrontano i mercati esteri attraverso presenze verticali, cioè aprendo stabilimenti produttivi e intercettando la domanda ed il gusto dei clienti in quelle aree. Se le nostre aziende non investono, se nostre piccole, medie e grandi aziende non competono sui mercati internazionali, ebbene quei clienti e quei mercati non staranno ad aspettare il decreto dignità. Semplicemente, quei clienti sceglieranno altri concorrenti e le nostre aziende chiuderanno i battenti, determinando una perdita di occupazione anche nel nostro Paese. È davvero sorprendente constatare come concetti basilari come questi non siano ancora stati acquisiti nel dibattito pubblico di questo Paese”.
Così il deputato democratico Matteo Colaninno nel suo intervento in aula alla Camera dei Deputati.