“Anche il riordino dei ministeri è stato l’ennesima occasione in cui Lega e M5S hanno anteposto le logiche spartitorie e la propaganda all’interesse del Paese”. Lo dichiara Maria Chiara Gadda, capogruppo Pd in Commissione Agricoltura alla Camera, a proposito del Dl per il riordino dei ministri.
“Manca del tutto una strategia, e la consapevolezza di quanto settori strategici come turismo e agricoltura abbiano bisogno di politiche serie e mirate. Il turismo non è solo enogastronomico ma anche culturale religioso, sportivo, termale e tanto altro. Voler mettere insieme a tutti i costi settori che pur avendo implicazioni reciproche non sono sovrapponibili, significa non valorizzarne alcuno. All’agricoltura servono infatti politiche integrate per favorire le sinergie tra i vari comparti produttivi: settore primario, industria, trasformazione e distribuzione sono parte di una stessa filiera. Dunque, non si comprendono le ragioni per cui il Governo non abbia nemmeno voluto considerare la costruzione di un Ministero dell’Agroalimentare che avrebbe consentito di valorizzare davvero le nostre eccellenze, di far sentire di più la voce dell’Italia in Europa (fattore da cui dipendono gran parte delle politiche in ambito agroalimentare) nonché di potenziare il nostro export e di promuovere il sistema-Paese. Il settore agricolo italiano ha infatti due grandi vantaggi nell’affrontare le sfide del commercio internazionale: la riconosciuta qualità delle sue materie prime e la capacità e l’ingegno nel trasformarle. L’agricoltura italiana non è solo eccellenze come vuole far credere il ministro Centinaio. La competizione internazionale è forte e il nostro sistema produttivo sconta deficit strutturali legati a un difficile ricambio generazionale, al problema dell’accesso alla terra ed esistono molte aree geografiche nel Paese fragili e a rischio di abbandono (basti pensare alla dorsale appenninica o ad aree montane). Un Governo serio partirebbe proprio da qui: dal mettere a sistema i punti di forza e quelli debolezza, continuando quindi il lavoro iniziato dal precedente Governo che ha dato risultati considerevoli (una crescita dell’export alimentare del 7% rispetto all’anno precedente per un importo pari a 41 miliardi)”.
“Purtroppo, il governo giallo-verde ancora una volta ha preferito l’immagine alla sostanza”, conclude.