“L’attuazione di questo provvedimento farà sempre più assomigliare il Ministro dell'Interno a un suo predecessore: non all'onorevole Minniti, ma all'onorevole Alfano”. Lo ha dichiarato in Aula Enrico Borghi, della presidenza del gruppo Pd alla Camera, a proposito del Dl sicurezza.
“Perché Salvini – ha spiegato - sta esattamente creando le condizioni che determineranno una totale similitudine tra l'ex Ministro Alfano e la sua politica e il Ministro Salvini. Il governo sta generando dei nuovi Cara di Mineo: lo smantellamento del sistema diffuso e capillare di integrazione del fenomeno dell'immigrazione, il ritorno a una concezione prefettizia della gestione del fenomeno, il ritorno a una concentrazione di immigrati in luoghi fisici di coercizione riprodurranno esattamente gli stessi effetti perversi per i quali noi nella scorsa legislatura addirittura avevamo dovuto fare una Commissione parlamentare di inchiesta. Nel 2014, 2015 e 2016 sono arrivati sulle nostre coste quasi 200 mila migranti ed eravamo in una condizione di emergenza. Oggi noi stiamo parlando di 20 mila-25 mila migranti, cioè un decimo rispetto a quel fenomeno. Che cosa accadrà qualora si dovesse verificare di nuovo una situazione emergenziale, il cui controllo non appartiene al nostro Paese? Accadrà che nel frattempo si saranno creati degli ‘invisibili’ nel nostro territorio nazionale che diventeranno uno straordinario serbatoio per la malavita organizzata, per le mafie, per chi intende far lavorare in nero le persone. La responsabilità del Ministro Salvini è quella di ripercorrere strade che nel passato sono state modificate”.
“La capacità di un governante è quella di saper adeguare, rispetto alla situazione che cambia, l'assetto dell'organizzazione dello Stato. Se, invece, mettiamo l'ideologia al posto dalla capacità di governo produrremo solo disastri. Sono 12 mila le persone che perderanno il lavoro per questo decreto, perché con i 35 euro si pagano i nostri ragazzi che lavorano nell'integrazione, nel volontariato e nella sussidiarietà. Voi li state licenziando e pagherete il pegno di questo”, conclude.