Istituire un tavolo al Ministero delle politiche agricole, formato anche dalle rappresentanze femminili del mondo agricolo, per individuare linee adeguate di intervento, anche in vista della prossima programmazione dei fondi legati all’attuazione della politica agricola comune, per rendere maggiormente incisiva la partecipazione delle donne allo sviluppo dell’agroalimentare europeo e italiano e nelle aree rurali. Intervenire con appositi provvedimenti normativi a sostegno alla crescita dell’imprenditoria femminile in agricoltura. Sostenere, nelle future politiche di sviluppo rurale e strutturali, misure dedicate alla promozione di servizi nelle aree rurali utili a favorire la conciliazione fra la sfera familiare e lavorativa delle donne e intervenire con una legge per prevedere una quota di rappresentanza di genere nell’ambito degli enti pubblici che operano nel settore dell’agricoltura. Promuovere studi e indagini per approfondire potenzialità e limiti della presenza e dell’agire delle donne in agricoltura e nell’ambito rurale, in modo da programmare le scelte politiche e istituire un apposito ufficio presso il Ministero delle politiche agricole alimentari forestali e del turismo con il compito di accompagnare, monitorare e valutare trasversalmente le politiche e gli interventi. Sono questi gli impegni richiesti al Governo dalla risoluzione presentata dalle deputate Dem, a prima firma Susanna Cenni, in commissione agricoltura della Camera.
Governo assente sul fronte delle politiche a sostegno delle dell'imprenditoria e del lavoro femminile in agricoltura. "Il contributo femminile all’agricoltura è fondamentale per lo sviluppo sostenibile dell’agroalimentare italiano, un settore strategico per l’Italia, che ha un giro d’affari di 190 miliardi di euro, pari al 17 per cento del Pil italiano - ricorda Susanna Cenni - Per questo è necessario mettere in campo iniziative efficaci a sostegno della presenza delle donne in agricoltura. Azioni e politiche che l'attuale Governo non ha portato avanti, bocciando per esempio, nella scorsa Legge di Bilancio, le proposte emendative che promuovevano l’accesso al credito per le imprenditrici agricole, per l’innovazione tecnologica delle imprese e gli strumenti di conciliazione nelle zone rurali e marginali. O anche promuovendo politiche che sembrano invece valorizzare una figura arcaica e anacronistica di agricoltura, come ad esempio ha fatto la norma giallo-verde che prevede l’assegnazione a titolo gratuito di terreni a famiglie numerose, imponendo modelli patriarcali con una connotazione maschile che denigra e scredita il ruolo delle donne”.
Le donne in agricoltura motore di per la crescita sociale ed economica del nostro Paese. "Come indicano studi e ricerche le imprenditrici agricole esprimono assolute eccellenze in molti campi dell'agricoltura, a partire dal settore vitivinicolo, dimostrando una forte propensione alle pratiche biologiche ed ecosostenibili, all’agricoltura sociale e all’innovazione - spiega ancora Cenni - La Fao ha stimato che se le donne avessero lo stesso accesso alle risorse degli uomini, la produzione agricola potrebbe aumentare fino al 30 per cento. E poiché in molti paesi poveri l'agricoltura è la principale occupazione delle donne, questo potrebbe far sì che 150 milioni di persone potrebbero nel prossimo futuro uscire dalla loro condizione di insicurezza alimentare. Un immenso valore capace non solo di dare valide risposte nella gestione delle risorse umane, ma che è assolutamente strategico per la crescita sociale ed economica del nostro Paese. Una sfida e un'opportunità che abbiamo il dovere di cogliere nel migliore dei modi, attraverso lo sviluppo di politiche a sostegno dell'imprenditoria e del lavoro femminile in agricoltura".