“I dati contenuti nel Rapporto Ecomafia 2018 di Legambiente confermano la positività dell’azione legislativa svolta nella scorsa legislatura: dall’introduzione degli ecoreati al giro di vite contro gli affari mafiosi, al lavoro della Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, forte dell’approvazione all’unanimità di 24 delle 26 Relazioni, un primato per numero e qualità. L’importante attività di Legambiente si armonizza in molti punti con il lavoro istituzionale di chi si occupa di ambiente in maniera tecnica. Ed ha ragione il presidente di Legambiente quando dice che occorre ‘parlare al cervello e non alla pancia dei cittadini’. Da questo punto di vista, ad esempio, il fenomeno degli incendi negli impianti di trattamento rifiuti, ben indagato dalla Commissione ecomafie, non credo si possa affrontare con la logica dell’emergenza e della militarizzazione, come parrebbe ipotizzare il ministro Costa, ma piuttosto con la capacità di costruire soluzioni strutturali: innalzamento e omogeneità della qualità dei controlli, promozione dell’innovazione tecnologica nel ciclo dei rifiuti: che significa prima di tutto realizzare e ammodernare gli impianti necessari”.
Così la capogruppo del Pd in commissione Ambiente Chiara Braga, che oggi è intervenuta alla Camera alla presentazione del Rapporto Ecomafia 2018 di Legambiente.
“Sulle Terre dei fuochi - aggiunge Chiara Braga - trasferire semplicemente un’etichetta evocativa su fatti nuovi che hanno spiegazioni e rimedi diversi non solo è controproducente ma rischia di annacquare il nome, che è sostanza, di un dramma di una precisa zona d’Italia. Mentre è un segnale certamente positivo la rapidità con cui va in Aula il ddl di istituzione della Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, frutto della convergenza positiva tra diverse proposte di legge, tra cui quella da me presentata. È dunque il tempo della conoscenza - conclude la capogruppo del Pd in commissione Ambiente - e della competenza. A Legambiente dobbiamo riconoscere di averle sempre praticate entrambe”.