“Quando si parla di gessi rossi non si pone soltanto il tema generale del loro utilizzo, che deve essere sempre e comunque compatibile con l'ambiente e la salute pubblica, ma del futuro di centinaia di lavoratori, compreso l'indotto, e delle loro famiglie. Per individuare soluzioni efficaci, condivise e che tengano realmente conto delle esigenze del territorio interessato occorre evitare approcci parziali”.
Lo dichiara Luca Sani, deputato del Partito democratico, commentando la ‘Relazione sull'inquinamento derivante dall'utilizzo dei gessi rossi prodotti a Scarlino’, presentata oggi, mercoledì 24 marzo, dal Presidente della Commissione parlamentare ecomafie, Stefano Vignaroli e del co-relatore Alberto Zolezzi.
“Le conclusioni della relazione restano poi sospese ed ambigue: se le attuali norme promuovessero l'inquinamento (come attesterebbe il documento) non si comprende perché la soluzione del problema debba essere demandata alla Corte Costituzionale, organo autorevole ma dalla tempistica non certamente rapida. Quello che emerge con chiarezza, e che peraltro era già noto, è che i gessi rossi possono essere utilizzati per il ripristino ambientale soltanto in terreni con determinate caratteristiche morfologiche e privi di considerevoli falde acquifere. Così è stato fatto fino ad oggi e così andrà verificato che venga fatto, in attesa che l'azienda individui forme alternative di smaltimento. Un processo produttivo già inaugurato - conclude Sani - ma che va sicuramente accelerato”.