“Sono molto soddisfatto perché siamo riusciti, nel decreto Milleproroghe, a mettere alcuni punti fermi sull’annosa e complessa situazione dell’editoria italiana, in attesa della riforma del settore e in vista dell’urgenza di risposte ad un settore che sta pagando in maniera durissima la crisi causata dalla pandemia. L'emendamento che ho proposto e che è stato approvato ieri notte proroga il contributo erogato alle cooperative editoriali e non profit anche per l'anno in corso, in considerazione della situazione di grave difficoltà in cui l’intero settore editoriale versa. E soprattutto ancora la cifra ai valori contributivi pre pandemia.
Questo intervento è fondamentale per salvare le cooperative editoriali e le testate piccole e comunitarie, continuando a garantire una reale pluralità dell’informazione. I vari “ristori”, e da ultimo la legge di bilancio, hanno previsto interventi per tutto il comparto editoria, per lo più nella forma di contributi indiretti ma solo per i grandi gruppi e con l’eccezione proprio di quelle ammesse al contributo diretto. Il paradosso è stato quindi che le cooperative editoriali e l’editoria no profit sono state le uniche a subire una riduzione di risorse, decisa nella prima legge di bilancio del governo Conte 1 e mai più cancellata anche se più volte spostata in avanti “nelle more” della riforma del settore. E’ evidente che siamo ancora in una fase emergenziale per il comparto dell’editoria e per il giornalismo e che la pandemia si è aggiunta a crisi industriali già in corso, che rischiano di minare un settore strategico per la vita democratica del Paese. A ciò si aggiungono le questioni di un precariato insostenibile e delle querele temerarie. Per questo, ritengo che l’emendamento approvato sia importante perché consente un'ulteriore tutela del pluralismo dell’informazione e il supporto ad un settore industriale in grossa difficoltà che però ha un valore fondamentale per la vita democratica del paese”.
Così in una nota il deputato del Partito Democratico Paolo Lattanzio, membro della Commissione Cultura.