“Il provvedimento è largamente condivisibile ed è il frutto del lavoro paziente della scorsa legislatura, dove si era affrontato con rigore il tema della razionalizzazione delle norme sulle procedure elettorali, per la trasparenza del voto nelle urne e per l’individuazione degli scrutatori e dei presidenti di seggio. Il Partito democratico si astiene a causa dell’introduzione di un principio che crea un vulnus di incostituzionalità, poiché viene messa a rischio la certificazione stessa del voto. Come si può pensare, ad esempio, che possano essere gli stessi promotori di un referendum ad autocertificare il numero delle firme raccolte? Da questo punto di vista, vi è una evidente violazione del dettato costituzionale e una deriva verso una democrazia referendaria che non condividiamo e che non rispetta gli equilibri istituzionali previsti dai nostri padri fondatori, come testimoniano purtroppo anche le parole che abbiamo sentito sulla Banca d’Italia o sul Presidente dell’Inps. Il rispetto della forma è sostanza”.
Così il capogruppo Dem in commissione Affari costituzionali, Gennaro Migliore, durante la dichiarazione di voto in Aula alla Camera sulla pdl Elezioni.