• 23/02/2022

“Stiamo affrontando una crisi dei prezzi dell’energia grave e pericolosa che nel nostro Paese minaccia l’esistenza di molte filiere industriali e crea la possibilità di raffreddamento del Pil. Condividiamo la risposta urgente del governo tesa a mitigare i rincari, anche riducendo il carico fiscale e parafiscale sulle bollette, per famiglie, Pmi e imprese energivore. I 15 miliardi sino ad ora investiti ci dicono però che non sarà possibile continuare così per molto tempo. Oltre a una non più rinviabile pulizia della bolletta, per rimuovere tutti gli oneri impropri, occorrono anche misure strutturali per aiutare il nostro sistema energetico - basato su rinnovabili e gas - ad operare nelle condizioni migliori. Da questo punto di vista, occorre procedere con vigore nella penetrazione delle Fer-E e in parallelo interrompere il circuito per cui il prezzo dell’energia elettrica verde è ‘incollato’ ai prezzi di quella prodotta dal termoelettrico sui mercati all’ingrosso. Dobbiamo istallare le Fer-E previste dal Pniec e accompagnarle con contratti di acquisto dell’energia prodotta a medio lungo termine, così da esaltare il vantaggio dei costi di produzione contenuti per questa tecnologia riversandoli sui consumatori domestici e industriali. In questo senso, velocizzare le attività della nuova Commissione Via e definire al più presto le aree di installazione idonee sono due punti importanti”.

Così il capogruppo dem in commissione Attività produttive, Gianluca Benamati, intervenendo in Aula per l’informativa urgente del ministro Cingolani sull’incremento dei costi dell’energia.

“Anche le misure messe in campo nel nuovo decreto sul gas - ha aggiunto - vanno nella direzione da noi auspicata, perché si inizia a parlare di autonomia energetica dell’Italia grazie al rafforzamento delle acquisizioni da Paesi affidabili, come ci consente la geografia rispetto al Nord Europa. Non si erra quando si afferma che incrementare di alcuni miliardi di metri cubi la produzione nazionale, raddoppiare la Tap e implementare i nostri sistemi di rigassificazione, ci permetterà di dimezzare e poi ridurre al minimo la dipendenza dalla Russia. L’azione di acquisto e vendita, a prezzi coerenti con i costi di produzione, del gas nazionale da parte del Gse, l’uso più dinamico degli stoccaggi già previsti nel nuovo decreto, il rafforzamento degli sforzi verso un aumento dell’efficienza energetica e l’ampliamento del tema delle comunità energetiche, indicano che si può compiere un buon lavoro. Tutto questo ci fa capire, però, che mentre cerchiamo di risolvere le presenti difficoltà dobbiamo anche pensare - ha concluso - a cosa avverrà dopo il 2030, investendo su ricerca e sviluppo per nuove soluzioni energetiche, così da garantire un benessere sufficiente ai nostri figli e la tenuta di questo Paese”.