Dichiarazione di Federico Gianassi, capogruppo Pd in commissione Giustizia della Camera
“Il Pd è impegnato da tempo nell’approvazione di leggi che tutelano il diritto alla retribuzione equa per i lavoratori, come sancito dall’art. 36 della Costituzione. Per questo che siamo impegnati nella battaglia per l’approvazione del salario minimo legale ed è per questo che abbiamo lavorato per l’affermazione dell’equo compenso per i liberi professionisti. In quest’ottica abbiamo dato un contributo affinchè la norma, oggi approvata, fosse la più ampia ed estesa possibile. Con rammarico, invece, dobbiamo prendere atto che le nostre proposte migliorative sono state respinte dalla maggioranza. Avevamo chiesto, ad esempio, di estendere la platea delle imprese obbligate a riconoscere l’equo compenso, abbassando i limiti dimensionali ed estendo l’obbligo anche alle società di riscossione, così come avevamo chiesto di cancellare le sanzioni al professionista che è parte debole del rapporto e non può essere pure sanzionato se non gli viene riconosciuto un equo compenso. Avevamo inoltre suggerito di prevedere una norma transitoria che intervenisse su tutti quei rapporti in essere che non rispettano l’equo compenso.
Abbiamo ricevuto, da governo e maggioranza, solo un muro invalicabile.
Per tale ragione, pur apprezzando che la norma di oggi afferma il principio dell’equo compenso ed estende l’ambito di applicazione rispetto a quella del 2017, non possiamo non registrare con rammarico che si tratta di una occasione persa perché lascerà fuori dalla tutela ancora centinaia di migliaia di liberi professionisti. Ed è per queste ragioni che il gruppo Pd si è astenuto “.