“L’Etiopia è sull'orlo della guerra civile. Lo scorso 4 novembre il primo ministro etiope Abiy Ahmed ha annunciato l’inizio di operazioni militari nello stato settentrionale del Tigrè. L’offensiva è stata presentata come una risposta a un presunto attacco di poche ore prima, sferrato dalle forze armate legate al partito al potere nel Tigrai, il Fronte popolare di liberazione del Tigrai (Tplf), che secondo l’International crisis group, può contare su almeno 250mila combattenti, tra paramilitari e milizie alleate”.
Lo ha dichiarato Lia Quartapelle, capogruppo Pd in commissione Esteri, intervenendo in Aula per il Question time.
“Abbiamo chiesto al ministro degli Esteri Luigi Di Maio di adoperarsi con tutti i mezzi necessari per scongiurare una guerra civile che avrebbe effetti devastanti a livello umanitario e geopolitico. Serve un’impegno italiano costante, direi quotidiano, per mantenere la pace e la stabilità in Etiopia. Questo grande Paese - prosegue l'esponente dem - dopo essere stato per anni uno dei più stabili dell'area, rischia di sprofondare nel caos e di essere risucchiato nelle dinamiche di instabilità del Corno d’Africa”.
“Ci sono relazioni profonde tra Etiopia e Italia, che danno all'Italia una grande possibilità di influire in maniera positiva rispetto a quello che sta accadendo. Voglio infine sottolineare l'importanza strategica dell’Etiopia, cruciale nel corno d'Africa ma che fa parte di dinamiche più ampie del Golfo e del Mediterraneo allargato. Il perdurare dell'instabilità in un paese del genere rischia di avere effetti negativi anche nella lotta al terrorismo e nella gestione dei flussi migratori. E’ importante che l'Italia intervenga a livello bilaterale, e non lasci solo il campo all'iniziativa europea, perché ogni volta che l'Italia non l'ha fatto, ogni volta che l'Italia si è dimostrata assente, è entrata la Turchia. L'abbiamo visto succedere altre volte - conclude Quartapelle - non vogliamo che si ripeta anche in Etiopia”.