“La Conferenza sul Futuro dell’Europa è una grande occasione per essere all'altezza delle nostre ambizioni. La generazione del dopoguerra ci ha dato i Trattati di Roma, quella del dopo Muro ci ha dato Maastricht, la moneta unica e l’allargamento. Oggi, dopo il Covid, dobbiamo realizzare la “terza fase” dell’integrazione comunitaria, più coesa che agisca con una sola volontà. Nessun paese europeo, per quanto grande, da solo ce la può fare”. Lo ha detto il presidente della Commissione esteri della Camera dei Deputati, Piero Fassino, all'incontro con i ventisette Ambasciatori dei paesi dell’Unione europea, su invito dell’ambasciatore portoghese Pedro Nuno Bártolo che ha la presidenza di turno.
“In questi anni – prosegue - abbiamo pagato un’insufficienza di ambizione, ora serve un salto: abbiamo una moneta unica, ma non ancora una comune politica fiscale; abbiamo il trattato di Schengen, ma non ancora una vera e propria cittadinanza europea; abbiamo Mister PESC, ma stentiamo ad avere una reale politica estera e di difesa comune; così come sulle politiche migratorie e di contrasto alla pandemia abbiamo mostrato contraddizioni e incertezze. Occorre superare – sottolinea - le stesse incertezze per i Balcani occidentali che attendono l’integrazione ormai da 18 anni. Se non saremo noi ad integrarli, lo faranno altre potenze. Maggiore coesione e maggiore determinazione serviranno anche per la nuova strategia per il Mediterraneo, con Russia, Cina e Turchia. Tutto questo lo possiamo fare – conclude – con gli Stati Uniti attraverso un’autonomia strategica, di cui deve dotarsi l’Europa, non alternativi, ma complementari al rapporto transatlantico”.