“Il testo base approvato oggi si limita a riprendere le condizioni e i limiti per l’accesso al suicidio assistito che la Corte costituzionale ha individuato nella sua sentenza del 2019, quando dichiarò incostituzionale l’art. 589 c.p., invitando il legislatore a intervenire con sollecitudine per approvare una disciplina compiuta. Ci arriviamo dopo un lunghissimo percorso istruttorio compiuto in commissione, iniziato oltre tre anni fa, che ci ha consentito di avere un enorme mole di informazioni, proposte e suggerimenti. Il voto di oggi rappresenta un punto di partenza, e non pregiudica in alcun modo ulteriori interventi di modifica, miglioramento e affinamento del testo in sede di valutazione degli emendamenti, nell’auspicio di poter trovare, come sempre abbiamo dichiarato, la più larga condivisione in commissione e poi in aula”.
Così il capogruppo dem in commissione Giustizia alla Camera e relatore della legge sull’eutanasia, Alfredo Bazoli.
“Di certo - aggiunge il deputato dem - non è più possibile tergiversare e ulteriormente rinviare il provvedimento, perché l’unico effetto sarebbe quello di lasciare un inaccettabile ruolo di supplenza ai giudici, come già sta accadendo, posto che i pazienti che ritengono di rientrare nelle condizioni individuate dalla corte costituzionale si stanno rivolgendo ai tribunali per ottenere l’autorizzazione ad accedere al suicidio assistito. E’ nostro compito - conclude Alfredo Bazoli - a tutela e garanzia anzitutto dei malati e delle persone fragili, di disciplinare in modo compiuto una facoltà che la sentenza della corte ha già riconosciuto, fa già parte del diritto italiano, e aspetta solo di trovare una cornice normativa coerente e adeguata ad evitare le incertezze e le incoerenze che il ricorso dei singoli ai giudici inevitabilmente produce”.