Il 28 dicembre 1943 vennero fucilati Quarto Camurri e i sette fratelli Cervi.
Le loro storie sono ormai parte della memoria collettiva sulla Resistenza e sono motivo di orgoglio per il nostro territorio. È un episodio che racconta tutta la brutalità della repressione fascista, ma ci ricorda anche la fierezza e la forza di una famiglia antifascista.
Dopo la fucilazione furono proprio le donne di casa Cervi, insieme al padre Alcide, a raccontare e testimoniare in tutta Italia la storia dei sette fratelli. E ancora oggi Adelmo Cervi, figlio di Aldo, porta avanti questo lavoro.
Proprio per questo, anche dopo 79 anni, casa Cervi è simbolo di quei valori di democrazia, libertà e solidarietà per cui morirono i partigiani.
Lo scrive il deputato democratico Andrea Rossi.