• 20/04/2017

La moderna medicina salvaguardia la relazione medico-paziente

“Sapevamo che durante l’esame della legge su testamento biologico si sarebbero confrontate due posizioni estreme. Da un lato il vecchio modello paternalistico secondo cui il medico decide tutto, dall’altro l’autonomia assoluta di ciascuna persona che deve essere accettata dal personale medico. La moderna medicina salvaguarda il principio per cui il medico opera per il bene del paziente ma riconosce il dovere di rispettare la volontà del paziente stesso, e ciò avviene nella relazione tra medico e paziente su cui si  fonda il consenso informato. In questo contesto la legge fa un passo avanti. E per questo è improprio e fuori luogo parlare di obiezione di coscienza da parte del medico; bensì bisogna riconoscere che la relazione può essere interrotta e ne può essere costruita una nuova. Le modifiche all’articolo 3 della legge che disciplina le disposizioni anticipate di trattamento fatte nel corso dell’esame in Aula non mettono in discussione l’impano della legge che rimane invariato e rappresenta un importante passo avanti atteso da molti anni. Le Dat potranno essere fatte con atto pubblico o scrittura privata, oppure depositate presso i Comuni o una struttura sanitaria individuata da ciascuna Regione che potranno con propria normativa prevederne l’inserimento nel fascicolo sanitario elettronico del paziente. Le disposizioni anticipate non saranno un quiz o un modulo su cui mettere le crocette. Il paziente in piena coscienza potrà esprimere le proprie volontà sui trattamenti sanitari a cui essere sottoposto se si verrà a trovare in una situazione in cui non sarà in grado di esprimere le proprie volontà”.

Lo ha detto Margherita Miotto, deputata del Pd e componente della commissione Affari sociali durante la dichiarazione di voto all’art. 3 del ddl sul consenso informato e dichiarazioni anticipate di trattamento.