“Dopo un’estate di incendi e siccità, l’uragano Irma si abbatte sulle coste americane, quasi a smentire quei pochi che ancora negano i mutamenti climatici. In questo quadro il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, intervenendo alla Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti del G7, ha individuato le tre grandi sfide globali: crisi geopolitiche e democrazia; grandi flussi migratori; mutamenti climatici.
Importante il passaggio sulla necessità di attuare gli accordi di Parigi sui cambiamenti del clima, una chiave per costruire una nuova economia green che prosegua sulla via della transizione energetica, per uno sviluppo sostenibile. E’ una strada obbligata su cui l’Italia è già in cammino e sulla quale occorre andare avanti con determinazione. Dall’auto elettrica all’efficienza energetica degli immobili, all’obiettivo di raggiungere il 100% della produzione elettrica da energia rinnovabile entro il 2050.
La green economy è anche un’eccezionale opportunità di sviluppo e di lavoro. In Italia sono oltre 385mila le aziende, ossia il 26,5% del totale, dell’industria e dei servizi che dal 2010 hanno investito in tecnologie green per essere più competitive. Una quota che sale al 33% nel manifatturiero. Alla nostra green economy si devono tre milioni di green jobs, ossia occupati che applicano competenze ‘verdi’. Una cifra che corrisponde al 13,2% dell’occupazione complessiva nazionale.
Un esempio di Italia che fa l’Italia che può contribuire ad un’economia più a misura d’uomo, come dice Papa Francesco”.
Lo afferma Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, commentando l’intervento del premier Gentiloni alla Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti del G7.