“Un anno di annunci, retromarce, contraddizioni e scelte sbagliate. La giustizia è diventata terreno di scontro ideologico, una giustizia debole con gli amici e aggressiva con gli avversari. Questo settarismo ideologico lo abbiamo già sperimentato in tante fasi della storia politica italiana e produce solo disastri e fallimenti.
Il governo Draghi nel suo anno e mezzo aveva prodotto tre importanti riforme (riforma del processo civile, riforma del processo penale, riforma dell’ordinamento giudiziario); nello stesso tempo il governo Meloni non ha prodotto nulla se non controriforme come sulla prescrizione che mettono a rischio tre miliardi di euro per il comparto giustizia, risorse indispensabili per dare risposte ad un settore fragile, o misure sbagliate come la segretezza delle decisioni dei giudici sulle ordinanze cautelari o come l’abrogazione dell’abuso di ufficio che cancella la rilevanza penale degli abusi di potere di un funzionario pubblico commessi contro i cittadini.
La novità è che anche nella maggioranza c’è chi inizia a dare segni di insofferenza. Quest’anno, a differenza del passato, la maggioranza ha accolto Nordio con banchi semivuoti e i gruppi di Lega e Forza Italia erano ridotti al minimo e rispetto alla trentina di applausi e standing ovation dell’anno scorso, quest’anno il primo applauso, flebile, arriva dopo 70 minuti di intervento del ministro.
Assoluto è il disinteresse verso le proposte dell’opposizione come quelle che noi avanziamo a a tutela dei sindaci.
Insomma, la politica sulla giustizia non può essere settarismo ideologico. Deve essere aspirazione a tutelare beni fondamentali di cittadini e imprese.
Stando così le cose, noi continueremo a fare una dura opposizione al governo anche su questa materia”.