Il ministro della Giustizia Nordio entra in campo sull’evasione fiscale con argomenti molto simili a quelli usati dal viceministro Leo nella sua delega fiscale e benedetti da Giorgia Meloni, che vede nella lotta all’evasione addirittura un “pizzo” imposto dallo Stato. L’evasione fiscale viene prima di tutto legittimata, in quanto, si dice, non è dovuta alla disonestà, ma alla necessità economica, secondo Leo, o all’impossibilità oggettiva di rispettare norme troppo complesse, secondo Nordio. Il rimedio proposto è abbassare le sanzioni, eliminare l’obbligatorietà dell’azione pensale, e procedere a misure di conciliazione (per Nordio) o di concordato preventivo (per Leo). L’idea comune è la medesima: il contribuente si mette d’accordo direttamente con l’amministrazione finanziaria su quanto pagare. Ovviamente queste procedure semplificate e carezzevoli riguardano solo alcune tipologie di contribuenti. Lavoratori dipendenti e pensionati, che si sobbarcano larga parte delle imposte, sono costretti all’onestà fiscale, perché le buste paga e le pensioni arrivano già decurtate delle tasse. Beati loro!
Lo dichiara la deputata del Partito Democratico Maria Cecilia Guerra.