“Quella che approviamo oggi è una riforma costituzionale che riveste un'importanza particolare e non solo perché attraverso di essa ci si propone di colmare quel gap che storicamente divide le Isole del nostro Paese dal resto dell'Italia non solo in termini economici, ma anche perché si tratta di una riforma che parte da una iniziativa popolare, sulla base della poderosa spinta dei cittadini della Sardegna sotto forma di un referendum che ha visto una larghissima maggioranza di favorevoli al reinserimento del principio di insularità in seno alla nostra Carta fondamentale”. Lo ha detto il deputato sardo del Pd Andrea Frailis, intervenendo in Aula in dichiarazione di voto sulla proposta di legge costituzionale per la modifica all’articolo 119 della Costituzione, concernente il riconoscimento della peculiarità delle Isole e gli svantaggi derivanti dall’insularità.
“Nel dettaglio – ha proseguito l’esponente dem - la proposta di modifica che oggi esaminiamo si propone di superare quegli svantaggi che derivano alle isole italiane della loro insularità e di conseguenza ripristinare quelle condizioni di parità che stanno dentro la nostra Carta fondamentale. E’ la Repubblica che si fa carico dell’intervento pubblico in favore delle Isole. Noi sardi, noi siciliani, sappiamo bene cosa significhi essere isolani. Parlo dei trasporti, delle persone e delle merci. Da noi in Sardegna la continuità territoriale sui mari e nei cieli soffre ancora di qualche problema, ma anche di quel più generale problema di distanza che ci divide del resto del Paese. Sarebbe però sbagliato e anche ingiusto a mio parere affermare che quello dell’insularità è un problema solo delle Isole o al più del Sud del nostro Paese. In realtà lo svantaggio derivante dalla condizione di insularità ha cominciato ad essere considerato e a godere di qualche possibilità di soluzione solo quando è stato considerato una questione nazionale un elemento capace di riverberare effetti negativi su tutto il Paese”.
“Ci vorranno le risorse – ha concluso Frailis - per far sì che la riforma costituzionale non rimanga esclusivamente nelle righe di un corpus legislativo, che divenga un corpo vivo nella testa e nel cuore della gente, in grado di cambiare sul serio la quotidianità di ogni italiano isolano. Dovrà per forza cambiare la qualità dei trasporti, della cultura, della conoscenza delle nostre Isole. Lo dobbiamo ai nostri giovani, troppo spesso penalizzati nella speranza del loro futuro. Lo dobbiamo doverosamente a tutti coloro che si sono espressi senza possibilità di equivoco affinché le cose finalmente prendano un'altra direzione. Ci vorranno ancora altri passaggi perché quel fossato storico e intollerabile venga definitivamente colmato perché gli italiani isolani possano spostarsi, lavorare, studiare, curarsi, come tutti gli altri. Noi del Partito Democratico siamo convinti però che siamo sulla strada giusta.