• 07/04/2021

L'approvazione del parere sul decreto inerente le tariffe delle intercettazioni in commissione Giustizia è una buona prova di tenuta della maggioranza e di come anche sulla giustizia, quando si abbandonano le posizioni strumentali e pregiudiziali e si cercano le soluzioni di merito, si trova ampia condivisione. Il decreto si era caricato di eccessive valenze tecniche e politiche, alla luce di una interpretazione corretta delle norme del codice e di dubbi che potevano probabilmente trovare un chiarimento già nel testo iniziale. Ad ogni modo, l'attività di mediazione svolta dal governo e dal Partito Democratico, che alla demagogia antepone sempre merito e contenuti, ha consentito di formulare rilievi che chiariscono, al di là di ogni ragionevole dubbio, che le attività di captazione e intercettazione debbono svolgersi nel rispetto delle norme del codice di procedura penale, e che vi sono documenti e file che possono essere acquisiti solo tramite perquisizione. Nessuna innovazione nella disciplina vigente, ma solo precisazioni utili e idonee a ribadire che è necessario salvaguardare indagini e garanzie, e su cui si è trovato l'accordo di tutta la maggioranza.

Lo affermano i deputati dem Alfredo Bazoli, capogruppo Pd in commissione Giustizia, e Carmelo Miceli, componente della commissione Affari costituzionali della Camera.