“E’ finalmente legge la revisione organica della legge fallimentare diventata un’esigenza fortemente sentita da tutti gli attori del mondo economico. Una legge che si dota di strumenti per intercettare e supportare le aziende in difficoltà prima di diventare insolventi, tutela i diritti dei creditori, introduce l'istituto dell'esdebitazione che consente, dopo tre anni dalla dichiarazione di insolvenza, di sganciare l'insolvente dalla procedura giudiziale per restituire gli imprenditori a una vita sociale ed economica piena, in linea con le direttive europee e i paesi più avanzati sul piano industriale. Una legge che potrà cambiare radicalmente nel tempo anche l'approccio che la nostra cultura ha sempre avuto con il concetto di ‘fallimento’, una condizione che ha provocato gogna sociale, emarginazione e, in passato, anche perdita del diritto di voto”. E’ il commento della deputata Pd Marilena Fabbri, firmataria di una proposta di legge abbinata alla riforma fallimentare, all’indomani dell’approvazione in Senato.
“Sono profondamente convinta - aggiunge Fabbri - che la difficoltà di vivere il ‘fallimento’ di un evento della vita (una relazione affettiva, un matrimonio, un esame, il lavoro) dipende anche dall'approccio che noi abbiamo con il fallimento d'impresa. Nella legge è confluito un mio emendamento che conferisce la delega al governo per ampliare i diritti di informazione e partecipazione dell'insolvente alla procedura giudiziale. Si potrà dare nuovo slancio all'iniziativa d'impresa, se è vero che la paura di fallire era considerata tra gli elementi di maggior freno nel fare impresa al pari di burocrazia e lentezza della giustizia civile. Non sentiremo parlare più di fallimento ma di insolvenza e soprattutto l’insolvente non rimarrà più agganciato alla procedura a vita, senza possibilità di ritornare a fare impresa e avere una vita sociale ed economica soddisfacente, ma potrà essere ‘esdebitato’ dopo tre anni se non c'è stato dolo. Plaudo ancor di più all’approvazione di questa legge perché sono vicina a quelle persone che sono diventate insolventi loro malgrado e che ora potranno riprendersi in mano pienamente la loro vita, senza nulla togliere ai legittimi diritti dei creditori”.