Dichiarazione di Enrico Borghi, dell'Ufficio di presidenza del gruppo Pd Camera
“Sui temi della sicurezza è più che legittimo che ci possano essere dei dubbi, anche delle contestazioni. Come Pd intendiamo riaffermare che nella responsabilità di governo occorre compiere delle scelte.” Così Enrico Borghi, dell'ufficio di Presidenza del gruppo del Pd alla Camera, intervenendo oggi in Aula sul tema della sicurezza posto dal suo gruppo al ministro dell'Interno Lamorgese. “Quella che è stata fatta sulla vicenda libica è una scelta giusta – ha affermato Borghi - perchè garantisce il transito dell'assistenza della Guardia costiera alla Marina militare libica, dando così un maggiore ruolo alla missione “Irini”. Inoltre, perchè avvia, e per noi è questione importante, la conclusione della revisione del Memorandum, attribuisce all'Onu un ruolo di controllo di centri di detenzione e inserisce un contrasto più forte al traffico degli esseri umani .” Rispondendo poi alle critiche nei confronti del Pd , Borghi ha precisato: “qualcuno , furbescamente, cerca di accreditare l'immagine di un Pd uguale agli altri. Si sbaglia di grosso. Tra il cinismo della destra sovranista, che ha guardato altrove nei mesi e negli anni scorsi, ignorando lo spaventoso aumento dei morti nel Mediterraneo e pensando che quei temi si sarebbero risolti a colpi di slogan e di decreti inefficaci e una declamazione retorica, sostanzialmente propagandistica che mescola una intransigenza verbale con una assenza di reale iniziativa , noi democratici abbiamo imboccato un sentiero stretto ma importante : quello riformista, fatto di politiche selettive, di miglioramento progressivo ma ineludibile della realtà e di reale attenzione ai più deboli e con una graduale ma costante modifica delle strutture economiche e sociali che generano ingiustizie “.
“Mi chiedo – ha concluso Borghi – cosa sarebbe accaduto se noi avessimo fatto decadere il rapporto con la Libia, quali sarebbero stati gli effetti reali di questa scelta che fortunatamente il parlamento non ha condotto. L'Italia – ha precisato Borghi - sarebbe stata sostanzialmente espulsa dal teatro libico e sarebbe stata sostituita da una nazione come la Turchia che proprio sulla gestione cinica del fenomeno dell'immigrazione ha determinato nel corso di questi anni un elemento di ricatto nei confronti delle opinioni pubbliche europee . I più deboli avrebbero pagato una scelta per il nostro disimpegno.” Per l'esponente del Pd “ è stato giusto non aver consentito questa sostituzione , perché avrebbe determinato un ulteriore impiego strumentale dei flussi migratori come arma nei confronti delle nostre realtà. Peraltro – ha aggiunto- chiamandoci fuori avremmo constatato l'impossibilità reale di poter intervenire sul controllo dei centri di detenzione dei migranti e sul controllo della guardia costiera con la revisione in corso del memorandum. Sarebbe stato un fallimento che invece abbiamo saputo evitare. “