• 25/06/2019

“Siamo convinti che la stabilità e la sicurezza del nostro Paese non si persegua con una delega al buio ai libici, bensì attraverso un maggiore protagonismo del nostro dispositivo nel Mediterraneo centrale, accompagnata da un rafforzamento delle attività di capacity e insititution building a guida italiana”. Lo dichiarano i capigruppo Pd in Commissione Esteri di Camera e Senato Lia Quartapelle e Alessandro Alfieri e quelli delle Commissioni Difesa Alberto Pagani e Vito Vauttone, ribadendo quanto già deciso nella discussione sul tema libico cui hanno partecipato anche le presidenze dei gruppi Pd.

“L’attuale governo – spiegano - ha di fatto arretrato il raggio d’azione del dispositivo militare previsto da ‘Mare sicuro’, affidando parti qualificanti dell’operazione alle autorità libiche. Significa cessione di mezzi e strumentazione, ma anche di funzioni di controllo, monitoraggio e coordinamento. Funzioni che guardia costiera e forze di sicurezza libiche non possono garantire secondo gli standard del dispositivo italiano, sia in termini di capacità operative sia di tutela dei diritti umani, soprattutto in una fase di crescente conflittualità in Libia. La deresponsabilizzazione da parte dell’attuale governo rischia di abbandonare la Libia a un destino di perdurante instabilità: teatro di scontro fra potenze regionali e luogo in cui esplodono le tensioni fra le diverse fazioni islamiche. Rivedere gli accordi Gentiloni-Serraj toglierebbe al nostro Paese uno strumento fondamentale per mantenere una collaborazione con le municipalità locali e dare copertura alle organizzazioni internazionali e alle Ong che oggi operano nei campi per fornire assistenza sanitaria, nonché monitorare lo stato dei diritti umani nei centri di permanenza”.

“Come opposizione incalzeremo il governo italiano a garantire il pieno rispetto di quegli accordi. Perché non è abbandonando la Libia al proprio destino ma solo con una maggiore e consapevole presenza italiana che si salvano le vite umane e si assicura la tutela dei diritti umani. Per questo abbiamo presentato una risoluzione alternativa al governo, che fa seguito al voto sulle missioni già avvenuto nelle commissioni competenti”, concludono.

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