“Ancora una volta il Movimento 5 stelle mente sapendo di mentire. Così è accaduto che nella nota dell’ufficio comunicazione del M5s si dicesse che Luigi Di Maio non aveva avuto “alcuna conoscenza di un atto processuale relativo alla querela della giornalista Elena Polidori”, evidentemente parlano di due Luigi Di Maio differenti, non “dell’On. Luigi Di Maio” che il 5 di ottobre alle 8 del mattino si è presentato davanti alla sezione di polizia giudiziaria per l’identificazione, l’elezione del domicilio legale e la nomina del difensore di fiducia”
- Lo dichiara Alessia Morani, vicepresidente dei deputati del Partito democratico -
“Non solo il candidato premier pentastellato sapeva della querela, ma non ha rinunciato all’immunità parlamentare, visto che nel decreto di archiviazione del 9 novembre scorso il Gip fa riferimento all'articolo 68 della Costituzione, proprio quello sull'immunità parlamentare”.
“Come leader che si candida alla guida del Paese non c’è male: menzogne e doppiopesismo sono lo stile che lo contraddistingue. Invoca lo stop all’immunità parlamentare, ma non vi rinuncia quando chiamata in causa e nega anche l’evidenza. Più che il nuovo – conclude Morani - rappresenta il peggio della prima repubblica”