• 06/08/2021

“Ancora una volta, dopo Reggio Calabria nel 2012, un capoluogo viene sciolto per infiltrazioni mafiose. La ministra Lamorgese ha deliberato lo scioglimento del comune di Foggia e l’affidamento della gestione dell’amministrazione a una commissione straordinaria, dopo che negli ultimi mesi erano emersi collegamenti tra gli amministratori locali e la criminalità organizzata del luogo. Non c’è da esultare, abbiamo invece l’obbligo di sottolineare la contiguità con episodi del recente passato che da più parti erano stato segnalati e conferma l’allarme che con altri colleghi pugliesi abbiamo lanciato a più riprese. Ora viene scritto nero su bianco che alcuni membri dell’organizzazione criminale conosciuta come ‘Società foggiana’ negli ultimi anni avrebbero condizionato il lavoro dell’amministrazione comunale. Il commissariamento è un fatto grave, ma è un provvedimento necessario per dare spazio alla giustizia e alla democrazia nella comunità sociale e per provare a sconfiggere quella cappa di omertà che ha pervaso la città. Bisogna avere il coraggio di dire che l’atteggiamento negazionista sulle mafie con il presunto obiettivo di non screditare il proprio territorio è dannoso e fallimentare. L’eccessiva semplificazione ha portato a depredare la città di Foggia e ha reso difficile per la cittadinanza mantenere un ruolo attivo di vigilanza. Dobbiamo invece insistere sul concetto che è un valore aggiunto saper identificare i rischi di infiltrazioni criminali nella propria comunità. Così come dobbiamo insistere sul rinnovamento della classe dirigente: è fondamentale avere una Pubblica Amministrazione in grado di riconoscere le ambizioni della mafia e arginarle”.

Così il deputato del Pd, Paolo Lattanzio, membro della Commissione Antimafia e presidente del Comitato per le infiltrazioni mafiose in epoca covid.