“Il 9 maggio 1978 moriva a Cinisi Peppino Impastato. Ucciso dalla mafia per il coraggio delle sue parole. La mafia è contro ogni libertà e contro la libera espressione delle idee. Per questo Peppino usò parole impietose nei confronti di Tano Badalamenti e di tutti i mafiosi di Cinisi. Peppino Impastato come Giancarlo e come i giornalisti uccisi dalle mafie sono stati censurati in modo violento dalla mafia, dalla camorra e dalla Ndrangheta perché osarono riaffermare la libertà di parola come principio universale di ogni uomo senza alcuna distinzione”.
Così il deputato del Pd Paolo Siani.
“E noi oggi - prosegue l’esponente dem - vogliamo ricordare Peppino, perché le sue parole contro la mafia devono continuare a risuonare forti nel nostro Paese, e partecipiamo con convinzione alla marcia virtuale in memoria di Peppino Impastato organizzata da Casa Memoria Impastato e Radio 100 Passi. E chiediamo che inizi l’iter legislativo per la proposta di legge contro il carcere per i giornalisti e le querele temerarie. L’abolizione della detenzione per i giornalisti e la questione delle querele temerarie sono una priorità per l’informazione, la politica e i cittadini”.