Il governo sta giocando col fuoco. È necessario ratificare la riforma del Mes in Italia entro quest’anno e consentire la sua entrata in vigore per poter attivare uno dei principali strumenti innovativi previsti, il “backstop”, ossia il contributo al Fondo di risoluzione unico per le crisi bancarie. Questa nuova funzione Salva-banche consente infatti quasi di raddoppiare la dotazione finanziaria del Fondo alimentato dagli istituti di credito, che oggi vale quasi 80 miliardi, così da poter intervenire con le risorse del MES in caso di crisi bancarie contenendo i rischi di eventuale contagio per altri istituti, compresi quelli italiani. Il backstop del nuovo Mes rappresenta un vero e proprio estintore in grado di spegnere i possibili focolai di crisi sistemiche, una sorta di paracadute in caso di crollo di istituti bancari per evitare ulteriori rischi devastanti. La riforma deve però entrare in vigore al più tardi entro la fine dell’anno, perché gli attuali accordi bilaterali di “backstop” fatti nella zona euro scadranno proprio entro la fine del 2023 e si rischierebbe altrimenti di lasciare privi di adeguate tutele i risparmiatori europei ed anche italiani. È quindi fondamentale che entro la fine dell’anno entri in vigore la riforma del trattato Mes per attivare questa nuova rete di sicurezza finanziaria europea. L'opposto della narrazione demagogica della destra.
Così Piero De Luca, capogruppo del Pd in commissione Politiche Ue della Camera.