Apprendo dalla stampa che il Presidente Zaia ha finalmente preso atto con cognizione di causa che quello della migrazione è un fenomeno complesso che va gestito lasciando da parte la propaganda. I flussi sono in crescita, e forse questo ha fatto fare un bagno di realismo a Zaia, che parla di totale inefficacia dei maxi hub e della necessità di procedere con l'accoglienza diffusa. Presidente, noi del Partito Democratico lo diciamo da tempi non sospetti, come lo dicono anche tantissimi amministratori locali che quotidianamente toccano con mano le difficoltà di dare una risposta sociale adeguata alle persone che arrivano nel nostro territorio. Io stessa in occasione della discussione sul Decreto Cutro ho voluto portare in Aula l'esperienza trevigiana del prof. Antonio Calò proprio sull'accoglienza diffusa. Quando lo dicevamo, però, il partito del presidente del Veneto era in prima linea nel deriderci: siamo contenti che Zaia abbia fatto un passo indietro. Ho però il timore che sia una dichiarazione del tutto ipocrita, visto che non serve dirlo ai giornali: Zaia dovrebbe chiamare Piantedosi e chiedergli subito di sbloccare e investire nei SAI, come i sindaci chiedono. Altrimenti sono solo parole. Infine, chiedendo anche a Zaia di portarla nelle sedi opportune, faccio nuovamente una domanda chiara a Piantedosi, che ho già posto al ministro tramite interrogazione parlamentare: il Governo ha in animo di costruire delle tendopoli o dei maxi hub nei capoluoghi e nel territorio veneto? Se si, lo devono dire subito e assumersi la loro responsabilità davanti agli amministratori e ai cittadini, perché non possono pagare sulla loro pelle l'ipocrisia e la propaganda della Lega.
Così la deputata del Pd Rachele Scarpa.