• 27/06/2018

“Finalmente l’idea del governo sulle migrazioni è arrivata anche in Aula. Sono anni che l'Italia chiede di superare il Trattato di Dublino e di preservare la libertà di movimento dentro lo spazio di Schengen, rendendo i nostri confini esterni una responsabilità europea. Per noi quello che Conte ha definito una strategia radicale non lo è affatto. Non lo è per il Parlamento italiano, che ha votato  in questi anni proposte assai simili, né lo è per la Commissione europea a cui si rifanno molte delle vostre idee. Forse una svolta radicale lo è solo per il governo Lega-M5s. Lo scorso anno, infatti, quando a Bruxelles si votò la proposta di riforma del Regolamento di Dublino molto più generosa con le richieste italiane, il M5S votò contro e la Lega si astenne. O forse il premier chiama questo piano una svolta radicale perché è radicalmente differente dall'approccio violento, propagandista del ministro Salvini, di cui sembra ostaggio tutto il governo.

Un ministro dell’Interno che ha deciso che in Italia è tornata l’emergenza migranti, mentre gli sbarchi dalla Libia nel 2018 sono diminuiti dell’80% rispetto all’anno precedente. Con questa strategia nazionalista, ci ha fatto rompere con i nostri alleati tradizionali, da Malta, alla Spagna, alla Francia, arrivando fino all’Olanda. Quando invece l’Italia aveva guadagnato rispetto internazionale, in Europa e in Africa, con le azioni di salvataggio in mare. Facendo la voce grossa finora che cosa avete ottenuto? La riforma di Dublino? No. Il fatto che i Paesi europei considerino i confini italiani come europei? No. Gli hotspot in Libia o la disponibilità di altri Paesi confinanti per centri di smistamento? No. L’unico vero risultato è stato di dividere l’Unione europea, rafforzando quei Paesi, Polonia, Ungheria, Repubblica ceca, Slovacchia, a cui si è aggiunta l’Austria, che chiedono la sospensione di Schengen e la chiusura dei loro confini.

Il prossimo Consiglio europeo sarà per Conte un banco di prova: per la prima volta questo governo  si misurerà con le aspettative che ha generato e capiremo se la strategia che ha scelto, o meglio la strategia che Salvini ha imposto, sulle priorità europee, sulla politica estera, sarà efficace. Noi e i cittadini italiani vi aspetteremo alla prova dei fatti”.

Lo afferma Lia Quartapelle, capogruppo Pd in commissione Esteri, durante la dichiarazione di voto in Aula sulle comunicazioni del presidente del Consiglio, in vista del consiglio Ue del 28 e 29 giugno.