“Quindi, ricapitoliamo: i flussi migratori non si fermano, anzi aumentano, perché, guarda un po’, né il blocco navale, né la guerra alle Ong, né gli accordi con i dittatori dei Paesi nordafricani funzionano; i centri di accoglienza, su cui da decenni non facciamo altro che disinvestire, sono sovraffollati e sotto stress; tra dichiarazioni deliranti e dati falsi, il Consiglio dei ministri approva con grande urgenza una misura che aumenta e prolunga lo stress a cui sono sottoposte quelle strutture: le persone potranno essere trattenute fino a 18 mesi in grandi hub senza poter fare o imparare nulla, in un’attesa che somiglia molto alla detenzione (anzi, proprio oggi il coordinatore regionale di forza Italia Tosi parlava con gioia di veri e propri ‘carceri’), in vista di un rimpatrio che probabilmente non avverrà, perché l’esperienza di anni ci ha insegnato che rimpatriare costa ed è spesso più complesso di quello che sembra. Il tutto ciò senza stanziare un solo euro per rendere la situazione vivibile da un punto di vista gestionale e di tutela dei diritti umani. Mi sembra il piano perfetto per riempire le nostre strade di fantasmi e miseria. Come fa comodo a chi su queste cose fa propaganda e cerca consenso”.
Così la deputata del Pd, Rachele Scarpa.
“Il Pd - aggiunge - ha un’altra visione. Una visione che rispetta i diritti umani e che allo stesso tempo vuole gestire un fenomeno che non ha più senso chiamare emergenza. Abbiamo elaborato 7 punti: 1) chi riceve lo status di rifugiato in un Paese Ue deve essere libero di spostarsi in tutti gli stati dell’Unione; 2) rilanciare la missione Mare Nostrum; 3) mettere in campo un piano Ue di cooperazione e sviluppo rivolto ai Paesi di provenienza, senza semplicemente dare mance ai dittatori di turno; 4) aprire canali legali sicuri di ingresso; 5) realizzare un grande piano per l’accoglienza diffusa, coordinato con i comuni, che preveda la chiusura di maxi hub a favore di piccole strutture finanziate con fondi governativi messi a disposizione dei comuni; 6) riforma della Bossi-Fini per aprire nuovi canali legali di ingresso; 7) attenzione ai minori non accompagnati - conclude - la cui cura non va lasciata solo ai comuni, ma che deve essere presa in carico dallo Stato”.