“Sono intervenuto oggi al convegno organizzato da Telefono Azzurro, ‘Sui bambini non si tratta. La scomparsa invisibile che fa rumore’, per ribadire il mio impegno ad ampio raggio per mettere l’infanzia al centro delle politiche, in particolare durante l’emergenza pandemica e adesso per quella ucraina. Credo che il tratto fondamentale del contributo italiano alla risoluzione del conflitto sia il sistema di accoglienza dei bambini e delle bambine ucraini, che arriva dalla forte mobilitazione parlamentare su questo tema e che ha messo insieme e coinvolto tutti gli attori del terzo settore e del privato sociale. I dati ci dicono che in questo momento ci sono in Italia 121mila profughi, dei quali più di 40mila minori di età. Ma quelli accolti a scuola sono 26mila, è doveroso chiedersi dove sono gli altri 14mila e affrontare questo problema prima dell'inizio dell'anno scolastico”.
Così Paolo Lattanzio, capogruppo dem in commissione Infanzia.
“L'accoglienza che abbiamo attivato per i minori ucraini - aggiunge - è un fiore all'occhiello e vorremmo che diventasse la caratteristica della politica estera italiana e della sua risposta alla guerra, che non può essere solo l’invio di armi. Stasera presenteremo un atto di indirizzo con il quale torniamo a chiedere l’attivazione di una task force apposita europea e un garante specifico per occuparsi della questione dei bambini profughi o un'estensione delle competenze di quello attuale. Inoltre chiediamo la presa in carico veloce individuale già alle frontiere per far emergere subito le fragilità di mamme e bambini. Il ministro dell’Istruzione Bianchi ha già messo a disposizione dei fondi all’interno del Piano Estate, ma ne servono ancora per un ingresso a scuola non problematico. Auspico però con forza che questa grande mobilitazione per i minori ucraini diventi un modello per l’accoglienza di ogni bambino o bambina in fuga, per quelli che attraversano il Mediterraneo o arrivano dalla rotta balcanica. Mi sembra chiaro - conclude - che non esistono profughi di serie A e serie B, meno che mai in base alla pigmentazione della pelle”.