• 10/11/2025

“Nella direzione del Pd ho proposto già molti mesi fa l’introduzione di una patrimoniale e condivido quindi che Elly Schlein l’abbia posta come uno dei punti programmatici del Pd. Il dibattito da fare non è se introdurla o meno, ma come tecnicamente collocarla ad un’altezza che non colpisca i ceti medi produttivi. Due milioni di euro è una soglia bassa. Mentre vi sono fortune, rendite e patrimoni molto maggiori, che sono cresciuti negli anni della globalizzazione non solo per merito dei loro titolari ma soprattutto per un posizionamento che ha consentito lievitazioni finanziarie enormi. È una misura riformista, se posta tecnicamente dentro un certo alveo. Bisogna riequilibrare le ingiustizie, risollevare i consumi, rimettere soldi nelle tasche dei cittadini, potenziare i servizi, rispondere all’impoverimento del ceto medio e del proletariato. Perché il proletariato è tornato: ci sono milioni di famiglie con un reddito di 1300 euro al mese che non possono evitare di mandare a lavorare i figli, che fanno lavori precari e nei casi più gravi finiscono nell’illegalità, magari a spacciare droga. Ai miei amici e compagni che dicono che questa misura spaventa il ceto medio rispondo che invece deve aiutare il ceto medio e il proletariato in difficoltà. Del resto quando abbiamo, giustamente, salvato il Paese partecipando a governi di coalizione ampia che hanno imposto sacrifici ai ceti popolari, non ci siamo potuti nemmeno porre il problema dello spavento di questi ceti. Eravamo obbligati ad agire per l’interesse nazionale. Ora siamo obbligati ad agire per l’interesse nazionale che coincide con la ripresa dei redditi bassi e dei consumi”. Così il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut, intervistato da Radio Radicale.