“Quando nel dicembre del 2020 diedi il via, d’intesa col ministro Costa, alla pubblicazione della mappa delle aree idonee per la realizzazione del deposito unico dei rifiuti nucleari (mappa chiusa nei cassetti da almeno 10 anni) vi fu una sollevazione di quasi tutte le forze politiche, in primo luogo della destra, per alimentare la solita cieca rivolta di territori, senza capire ne spiegare la necessità di accelerare l’operazione a aprire finalmente la consultazione per giungere alla decisione finale. Il percorso è stato rallentato con mille scuse, tavoli, controtavoli e con costi ulteriori per lo Stato. Ora leggo che il governo vuole aprire ‘un supplemento di istruttoria’. Si va alle calende greche mentre continuano ad esistere depositi di scorie in zone vincolate o a rischio idrogeologico e mentre l’Italia continua a pagare all’Europa milioni di Euro per le procedure di infrazione e per le penali verso Paesi che hanno trattato le nostre scorie dopo il decommisioming. Si deve procedere con rapidità e con una capacità di dialogo coi territori, ma si deve decidere. Questo governo sulle questioni davvero impegnative non sa decidere e non sa assumersi delle responsabilità”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut, già sottosegretario all’Ambiente.