“L’audizione del Ministro dell’Ambiente, Pichetto Fratin, sul piano nucleare durante l’indagine conoscitiva delle commissioni ambiente e attività produttive della camera, lascia molte perplessità. Il ritorno al nucleare che il governo sta prospettando si presenta infatti come un progetto irrealizzabile, gravato da costi enormi e difficoltà tecniche insormontabili. Per attuare un simile piano sarebbero necessarie almeno 5 o 6 nuove centrali nucleari, con costi economici e sociali altissimi. Si tratta di un percorso insostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico, senza contare i tempi decisamente più lunghi rispetto a quanto finora dichiarato dal governo” così in una nota i capigruppo democratici nelle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera, Marco Simiani e Vinicio Peluffo e i deputati Christian Di Sanzo e Augusto Curti.
“Non c’è chiarezza su tempi, costi e sicurezza che sono le tre questioni fondamentali. Ripartire con un programma nucleare - sottolineano i democratici - richiede prima di tutto una soluzione definitiva alla gestione delle scorie radioattive pregresse. Ma su questo punto, il governo continua a lanciare la palla in tribuna, senza fornire alcuna indicazione chiara sulla realizzazione del deposito unico arrivando oggi addirittura a prospettare un nuovo scenario che mette in discussione quanto detto finora, prevedendo di ammodernare le strutture esistenti, eventualmente ampliandole. Parliamo di 100 depositi su 22 siti, distribuiti su tutto il territorio nazionale. Mai come ora serve chiarezza, chiediamo al Ministro Pichetto Fratin e al governo di chiarire quale iter intendono seguire, coinvolgendo adeguatamente il Parlamento. Serve trasparenza e un confronto serio per evitare di avventurarsi in un piano nucleare insostenibile, che rischia di gravare sulle spalle dei cittadini senza fornire soluzioni efficaci per la transizione energetica e per ridurre significativamente la dipendenza dai paesi esteri”.