“Pochi giorni dopo la scomparsa di Emanuela Orlandi, quando ancora non si sapeva e non si poteva sapere nulla, Giovanni Paolo II, durante un Angelus, rivolse un appello ai rapitori perché la restituissero ai suoi cari: fu un terremoto, perché fece capire che oltretevere vi era una conoscenza dei fatti, magari parziale, ma chiara. Recentemente, Papa Francesco ha avuto modo di dire a Pietro Orlandi che sua sorella si trova in cielo, confermando la tesi che dietro quella porta di granito vi sia la strada per giungere alla verità. Questi due episodi sono l’Alfa e l’Omega di una storia che va riscritta con una nuova precisione, con rigore e contando su una buona dose di coraggio e di amore della verità di chi, a partire da Papa Francesco, ha dimostrato, in questi anni, di voler lottare per questo all’interno della Chiesa”. Così il parlamentare del Partito Democratico, Roberto Morassut, a margine del voto favorevole della Camera dei Deputati sulla Commissione di Inchiesta Bicamerale sui casi Orlandi e Gregori.
“La scomparsa delle due giovani - continua Morassut - appartiene al ricco bouquet dei fiori neri della Repubblica, a quei misteri che ne hanno condizionato il cammino, contribuendo non poco ad alimentare la sfiducia diffusa nelle istituzioni. Non si possono continuare a trattare queste storie, come quelle di molte altre magari non denunciate, come dei ‘gialli’. La verità serve a tutti: e degli Stati che hanno radici secolari, se non addirittura millenarie, non possono averne paura. Nessuno di noi, credente o laico, può immaginare di vivere in un mondo in cui la missione spirituale della Chiesa o quella laica di uno Stato, siano offuscate o abbiano paura di cadere di fronte a verità dolorose. Uno dei momenti più intensi della rappresentazione della morte di Gesù nei Vangeli è il racconto della sua deposizione dalla croce, della sepoltura e della resurrezione. Una sequenza che è la base indistruttibile del mistero della fede, che ci dice che senza sepoltura non c’è resurrezione e che fa confluire nei Vangeli questa antica tradizione mediterranea: il diritto a seppellire i propri cari nella speranza che da quel luogo essi possano risorgere. Forse, Emanuela e Mirella, e le tante ragazze e ragazzi scomparsi e mai denunciati sono ancora vivi, noi lo speriamo; ma se così non fosse meritano un degno riposo”, conclude.