“E’ inutile negare che sia emersa con forza una questione femminile dentro il partito. Che però non riguarda solo le donne o perlomeno non dovrebbe essere una battaglia solo di esse ma condivisa da tutti. E’ una questione fortemente democratica. Non una questione di soli numeri. E tantomeno di compensazione, concordo con Anna Ascani. La vera riflessione va fatta sulla tipologia di leadership, nel Pd come in tutte le organizzazioni complesse. Ripensare lo stile della leadership non significa sostituire un leader con una leader, significa impostare la gestione, la modalità, il linguaggio, l’approccio, il ragionamento, la partecipazione in maniera diversa. Coraggiosamente diversa. Con processi che non funzionano, non potremo formulare proposte politiche credibili e di qualità. Tra l’altro è bizzarro che il Pd che proviene dalle due grandi tradizioni che hanno dato allo Stato italiano grandissimi personaggi come Nilde Iotti e Tina Anselmi sia oggi, nel 2021 impantanato su questa questione, nonostante le donne di assoluto valore che militano nel partito. Debora Serracchiani, alla domanda ‘Il Pd è un partito per donne?’ ha risposto ‘Dovrà esserlo!’. Io credo che per farlo diventare un partito per donne l’impegno debba provenire, con vigore, anche dagli uomini”.
Così in una nota il deputato del Pd Paolo Lattanzio.