"L'analisi dell'FMI sull'incidenza della spesa pensionistica sul PIL è un falso ideologico". Lo dichiara Cesare Damiano, del Partito democratico, per commentare il Working paper sulle pensioni italiane pubblicato dal Fondo monetario internazionale.
"Il dato del 16% di incidenza - spiega - non è nient'altro che il tentativo di aprire la strada a un ulteriore taglio della previdenza da parte di una istituzione da sempre non neutrale, come l'FMI, che ha una chiara impostazione liberista. Il 16% è il risultato delle fuorvianti tecniche di calcolo europee alle quali l'Istat non ha potuto o voluto sottrarsi. Ci vorrebbe almeno un po' di onestà intellettuale e ricordare che in Italia la previdenza e l'assistenza si sommano e, quindi, il mancato scorporo di quest'ultima dal calcolo dei costi dà un risultato sovrastimato. Ma non basta: si dimentica che la tassazione sulle pensioni è tra le più alte d'Europa e vale ogni anno 43 miliardi di euro che vengono restituiti allo Stato. Perché questo elemento non viene volutamente considerato? Depurata da assistenza e tassazione la spesa pensionistica in Italia incide solo per il 12% del PIL, perfettamente allineata con gli altri Paesi europei".
"È ora di finirla di farsi dettare le politiche sociali da istituzioni che non ci rappresentano, per poi stupirci se in Europa vincono i populisti e i demagoghi che si ergono a nuovi difensori dello Stato sociale con ricette estremiste e irrealizzabili", conclude.