La sentenza della prima parte del maxi-processo per mafia che si svolge in Veneto, celebrata con rito abbreviato, conferma in pieno la tesi della Procura.
La condanna in particolare dell'ex sindaco di Eraclea Graziano Teso per concorso esterno in associazione mafiosa è la dimostrazione dell'esistenza di un legame stretto tra Politica e Camorra nel Veneto Orientale.
Emergono con chiarezza complicità e collusione tra politica e criminalità organizzata, attraverso quell'area grigia che comprende professionisti, imprenditori, bancari, amministratori e finanche rappresentanti delle forze dell'ordine.
Bisognerà attendere i tre gradi di giudizio, ma queste prime sentenze sono il risultato di una storia criminale ventennale.
La condanna di Teso rivela inoltre un quadro inquietante: fin dal 2006, secondo l'inchiesta, l'ex sindaco avrebbe contato sui voti dei casalesi del boss Donadio. Una vicenda che dura da anni, che ha coinvolto anche l'ex Sindaco Mirco Mestre. Alla luce di queste prime condanne resta sempre più incomprensibile il mancato scioglimento del Comune di Eraclea, richiesto dal Prefetto.
La politica e le istituzioni non possono restare indifferenti. La Commissione Antimafia, dopo la missione in Veneto dello scorso anno, ha acceso un altro faro, avviando una serie di audizioni per approfondire il tema della presenza delle mafie in Veneto. A breve sarà audito anche il Prefetto Vittorio Zappalorto.