"La protesta dei rappresentanti delle province ha molte buone motivazioni. Tre province sono in dissesto, dieci in predissesto e le altre ormai al limite del collasso. Per garantire le funzioni fondamentali servono maggiori risorse: dobbiamo recuperarle sacrificando, se necessario, iniziative oggettivamente meno prioritarie" dichiara Antonio Misiani, deputato Pd e membro della Commissione bilancio della Camera.
"Il presidente dell'UPI Achille Variati ha ragione: per il futuro dei ragazzi italiani sono più importanti scuole superiori aperte e funzionanti o i cinquecento euro una-tantum del bonus giovani, che costa ogni anno quasi trecento milioni? I tagli sproporzionati decisi con la legge di stabilità 2015 sono stati solo parzialmente recuperati e a tre anni dall'approvazione della riforma Delrio nei bilanci degli enti di area vasta si è aperta una voragine di oltre mezzo miliardo. La manovra varata dal governo ha dato una risposta importante, ma chiaramente insufficiente. Alla Camera chiederemo con forza al governo di stanziare fondi aggiuntivi, indispensabili per garantire i servizi essenziali tuttora gestiti dalle province come la manutenzione di 130 mila km di strade e di oltre cinquemila scuole superiori. Con la bocciatura del referendum del 4 dicembre, le province sono rimaste un ente di rango costituzionale: è tempo di restituire loro stabilità e prospettive certe dal punto di vista finanziario e istituzionale."