• 20/10/2017

“Con la norma contenuta nella legge di Bilancio che permette ai minorenni non ancora cittadini italiani di potersi iscrivere a un campionato sportivo per un anno, il Pd e il ministro dello Sport Lotti, hanno scritto una pagina di storia”. E’ quanto scrive il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi, in un intervento pubblicato su ‘Huffington Post’, in riferimento all’articolo della Manovra che introduce la possibilità di iscriversi ai campionati sportivi anche per i ragazzi non cittadini italiani che frequentano le scuole nel nostro Paese.

“Se Leone Jacovacci fosse ancora vivo – prosegue Anzaldi – sarebbe il primo a scrivere di suo pugno una lettera al ministro dello Sport Luca Lotti per ringraziarlo. Peccato sia troppo tardi. Chi era Jacovacci? Era un pugile nato nel 1902, metà italiano e metà congolese. Nonostante fosse un fenomeno, il fascismo lo costrinse a una dura battaglia per poter ottenere la nazionalità italiana, condizione necessaria a salire sui ring italiani. Una volta raggiunto il suo scopo e combattuti alcuni incontri, Jacovacci ebbe la sfortuna di sfidare il campione italiano Bosisio e di batterlo. A quel punto non fu premiato con il trionfo ma con l'oblio. A quell'antica ingiustizia, durata ben 90 anni, e soprattutto alle ingiustizie subite dai tanti, troppi Jacovacci di oggi, il Partito democratico e il governo - sensibilizzati dalla vicenda della squadra Tam Tam Basketball e dalla raccolta di firme promossa dall’allenatore Massimo Antonelli - hanno messo fine. Quelli che sembrano essersene accorti sono, tuttavia, pochi. Con l'approvazione della legge di Bilancio i ragazzi stranieri non saranno più fantasmi ma sportivi come gli altri, come gli altri in corsa per vincere o semplicemente per giocare, socializzare. Una storia lunga e interessante che ha trovato spazio sulle tv commerciali, in trasmissioni come Tagadà su La7 e Le Iene su Italia 1. E la Rai? Fatta eccezione per alcuni servizi nei telegiornali, nulla. Paura di fare ascolti e informazione come le tv private, o magari colpa del Coach Antonelli che non ha pensato a ingaggiare un costosissimo agente televisivo?”
“Proprio sulla questione degli agenti, peraltro, come è stato ricordato alla presidente Rai Maggioni mercoledì scorso in commissione di Vigilanza, la Rai ha 90 giorni di tempo per adeguarsi ai dettami della risoluzione contro i conflitti di interessi approvata in Vigilanza. Sono già trascorsi quasi 25 giorni dall'approvazione, quindi alla Rai restano 65 giorni per mettersi in regola”, conclude.